Fine Di Dio (1963-1964)

Le opere pittoriche di questa sezione sono tutte realizzate su telai ovali della stessa dimensione e si distinguono per le costellazioni di buchi e/o squarci e/o graffiti che in alcuni casi interessano solo parte della tela monocroma, in altri ne caratterizzano tutta la superficie ricoperta di colore ad olio (a volte anche da lustrini). Questa serie di lavori è chiamata “Fine di Dio” dallo stesso Fontana che così le spiega a Carlo Cisventi, in un’intervista del 1963: “Per me significano l’infinito, la cosa inconcepibile, la fine della figurazione, il principio del nulla“.

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